mercoledì 24 febbraio 2010

Ddl made in Italy, trattazione in consultiva presso 14 ª Commissione

Introdurre nel disegno di legge una disposizione che obblighi il Governo a notificare la normativa di cui al provvedimento in esame alla Commissione Europea, ai sensi della direttiva 98/34/CE - che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche - sospendendo al contempo l’efficacia delle relative disposizioni del provvedimento fino alla conclusione della procedura prevista dalla stessa direttiva.

In alternativa, procedere a una immediata notifica del disegno di legge alla Commissione europea, in pendenza dell’esame parlamentare. Lo ha affermato, nel suo intervento, il senatore Sergio Divina (LNP) nella seduta del 24 febbraio della 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) che, in sede consultiva, ha esaminato il disegno di legge A.S. 1930 - Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri, approvato dalla Camera dei deputati.

Nel dibattito a riguardo ancora in sospeso perché tante sono le interdipendenze e altrettanti i punti di vista: il senatore ha suggerito l’opportunità di sopprimere l’obbligatorietà,  di cui al comma 8 dell’articolo 1 del disegno di legge, di apposizione del marchio d’origine ai prodotti commercializzati in Italia, per incompatibilità con la normativa comunitaria sul divieto di imporre restrizioni quantitative o misure equivalenti al commercio intracomunitario  (articolo 34 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Ritenendo, inoltre, necessario ricondurre la definizione di origine, di cui al comma 4 dello stesso articolo 1, a quella prevista dal codice doganale comunitario (paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale - ndr). Il senatore ha evidenziato, peraltro, che,  qualora fosse soppressa l’obbligatorietà del comma 8 ma fosse mantenuto intatto il comma 4,  si avrebbe l’effetto di danneggiare quei prodotti italiani che sarebbero esclusi dalla possibilità di apporre il marchio "made in Italy".

Nel suo intervento, la Presidente della Commissione, Rossana Boldi (LNP), dopo aver evidenziato l’importanza strategica del provvedimento, anche in funzione di impulso nei confronti delle istituzioni europee,
ha rinviato la discussione generale ad altra seduta.

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