giovedì 25 febbraio 2010

Anci: vantaggi e obiettivi del settore calzaturiero nello Shoe Report 2010

La presentazione odierna dello Shoe Report 2010 mette un punto fermo nelle valutazioni dell'Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani rispetto al proprio settore.
I vantaggi competitivi delle aziende italiane e gli obiettivi concreti per ottimizzarne i risultati sono al centro di questa seconda analisi sullo stato dell'arte del settore, redatta seguendo la strategia di sensibilizzazione che l'Anci continua a portare in campo rispetto ad associati e istituzioni.

"Siamo consapevoli che abbiamo davanti a noi un tratto di strada molto più impegnativo di quello che abbiamo vissuto qualche anno fa, quando abbiamo reagito all'approccio declinista dei primi anni 2000 - commenta il presidente di Anci Vito Artioli -.
E dobbiamo quindi renderci conto che la reattività delle imprese va riconosciuta e sostenuta con determinazione in ogni aspetto.
Per questa ragione abbiamo istituito questo momento, giunto alla seconda edizione, che è al tempo stesso un momento di analisi, per capire cosa succede nel settore e nelle imprese, e un momento di comunicazione alle Istituzioni, per offrire spunti di riflessione e strumenti per uscire dal circolo vizioso del tutto-è-sbagliato e riscoprire le grandi risorse della manifattura italiana e del calzaturiero in particolare".

Fonte: Modaonline

mercoledì 24 febbraio 2010

Ddl made in Italy, trattazione in consultiva presso 14 ª Commissione

Introdurre nel disegno di legge una disposizione che obblighi il Governo a notificare la normativa di cui al provvedimento in esame alla Commissione Europea, ai sensi della direttiva 98/34/CE - che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche - sospendendo al contempo l’efficacia delle relative disposizioni del provvedimento fino alla conclusione della procedura prevista dalla stessa direttiva.

In alternativa, procedere a una immediata notifica del disegno di legge alla Commissione europea, in pendenza dell’esame parlamentare. Lo ha affermato, nel suo intervento, il senatore Sergio Divina (LNP) nella seduta del 24 febbraio della 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) che, in sede consultiva, ha esaminato il disegno di legge A.S. 1930 - Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri, approvato dalla Camera dei deputati.

Nel dibattito a riguardo ancora in sospeso perché tante sono le interdipendenze e altrettanti i punti di vista: il senatore ha suggerito l’opportunità di sopprimere l’obbligatorietà,  di cui al comma 8 dell’articolo 1 del disegno di legge, di apposizione del marchio d’origine ai prodotti commercializzati in Italia, per incompatibilità con la normativa comunitaria sul divieto di imporre restrizioni quantitative o misure equivalenti al commercio intracomunitario  (articolo 34 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Ritenendo, inoltre, necessario ricondurre la definizione di origine, di cui al comma 4 dello stesso articolo 1, a quella prevista dal codice doganale comunitario (paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale - ndr). Il senatore ha evidenziato, peraltro, che,  qualora fosse soppressa l’obbligatorietà del comma 8 ma fosse mantenuto intatto il comma 4,  si avrebbe l’effetto di danneggiare quei prodotti italiani che sarebbero esclusi dalla possibilità di apporre il marchio "made in Italy".

Nel suo intervento, la Presidente della Commissione, Rossana Boldi (LNP), dopo aver evidenziato l’importanza strategica del provvedimento, anche in funzione di impulso nei confronti delle istituzioni europee,
ha rinviato la discussione generale ad altra seduta.

Saglia: la Ue sospenderà i dazi sulle materie prime

“La sospensione dei dazi sulle materie prime in ingresso migliorerà la competitività delle nostre aziende e genererà un chiaro beneficio per i consumatori in termini di riduzione del prezzo finale dei prodotti”. È questo il commento di Stefano Saglia, sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo economico, in merito alla decisione dell’UE di accogliere la proposta del Governo italiano di sospendere le tariffe daziarie sull’importazione delle materie prime.

“Questa concessione dell’UE è fondamentale perchè avrà un effetto immediato di riduzione dei costi alle imprese, – continua il sottosegretario – dimostra l’orientamento di questo governo verso il liberalismo economico e, inoltre, è utile , in questa fase della crisi, a incentivare la competitività delle imprese e rilanciare i consumi”.

La sospensione riguarda quelle tariffe su categorie di materie prime ingresso che interessano in particolare le aziende del bresciano: prodotti chimici inorganici, ferro e acciaio, alluminio, elettrodi di carbone. Le altre categorie interessate sono quelle di pelli e cuoio, seta, carbone di legna e lavori di legno.
 
 
Fonte: Sole 24H

Etichettatura: Ddl made in Italy, al Senato il 3 marzo

Il disegno di legge Reguzzoni-Versace a tutela del made in Italy,approvato all'unanimità lo scorso dicembre alla Camera, approderà il prossimo 3 marzo nell'Aula del Senato.

A renderlo noto è lo stesso Marco Reguzzoni, vicepresidente dei deputati della Lega Nord, esprimendo "soddisfazione" per la calendarizzazione del ddl a Palazzo Madama.

Fonte: Help consumatori

martedì 23 febbraio 2010

Made in Italy: Unioncamere, fondamentale tutelare i prodotti


"Da una indagine svolta dalla Associazione delle Camere di commercio che si occupa del Sistema Moda su cinque città europee (Amsterdam, Barcellona, Francoforte, Parigi e Stoccolma) è emerso come il 40% dei campioni di prodotti  di abbigliamento raccolti non riportasse alcuna dichiarazione d'origine, il 57% non fosse conforme alla composizione merceologica dichiarata, e circa il 10% presentasse persino elementi cancerogeni. Dati, peraltro confermati per il nostro Paese,dove il 58,5% dei capi di abbigliamento immessi sul mercato risulta senza indicazione di origine".  Ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, intervenendo questa mattina al convegno di Symbola e Farefuturo "Il futuro Made in Italy".


Fonte: Finanza Repubblica

lunedì 22 febbraio 2010

Il mal sottile del Made in Italy

Nell’export Ue il crollo peggiore dopo il 1971, oggi nuovi, pessimi dati dell’Istat sul commercio mondiale: in picchiata tutti i settori, resistono solo agro-alimentare e farmaceutica. Che succede nelle nostre imprese?Parlano gli esperti.

La crisi ha rimesso in discussione ogni certezza acquisita fino a questo punto e ha rivelato la fragilità degli investimenti esteri nel nostro paese. Ma adesso ci si interroga anche sulle potenzialità e sui limiti delle “multinazionali tascabili”; tipiche del capitalismo all’italiana e su quali soluzioni adottare.
Terapia intensiva per il Made in Italy: Export in picchiata per la meccanica, il tessile e l’arredamento.

Fonte: Ministero Economia

venerdì 19 febbraio 2010

Tutela del Made in Italy

Un ulteriore tassello è stato “incastrato”nel mosaico della tutela del Made in Italy,
con l’approvazione del Ddl “Reguzzoni- Versace- Calearo” in seno alla Camera.

Il testo del disegno di legge – recante: “Disposizioni concernenti la Commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri” – ha seguito un iter piuttosto veloce. Presentato alla Camera dei Deputati il 20 luglio 2009 su proposta del parlamentare Reguzzoni, è stato approvato l’11 dicembre con una maggioranza molto alta (543 voti a favore, uno solo contrario, e due astenuti). Adesso manca solo l’avallo della seconda Camera perché il suo iter sia completato.

Ma vediamo più da vicino cosa stabilisce la proposta di legge.


Intanto l’obbligo di apporre una etichettatura sui prodotti del settore tessile, della pelletteria e delle calzature, che indichi ove si sono svolte le varie fasi di produzione e ne garantisca la tracciabilità. In altri termini, la dicitura : “Made in Italy” sarà applicata solo a quei prodotti per i quali almeno due fasi di lavorazione siano state realizzate in Italia. In questo caso, però deve essere possibile verificare i “ percorsi” che il prodotto ha seguito nelle restanti fasi.

Ma non è tutto, il ddl prevede per la prima volta che nell’etichetta siano indicate “Informazioni specifiche sul­la conformità dei processi di la­vorazione alle norme vigenti in materia di lavoro, sulla certifi­cazione di igiene e di sicurezza dei prodotti, sull’esclusione dell’impiego di minori nella produzione, sul rispetto della normativa europea e sul rispetto degli accordi internazionali in materia ambientale”.

Quale l’obiettivo sotteso? Quale la ratio?

In un contesto di criticità in cui il nostro Export crolla al -20,7 %, l’obiettivo principe non può che essere il rilancio del “marchio italiano” e una sua nuova collocazione nel mercato globale attraverso:

- La lotta alla contraffazione;

- L’inibizione alla delocalizzazione.

Fonte: CorriereInfomazione.it

Ue, dall' intervista di Ronchi al VELINO: Affermare un nuovo modello di governance.

Ministro, all’inizio della prossima settimana sarà impegnato in un minitour europeo che la vedrà a Bruxelles, Parigi e Berlino. Molti gli argomenti sul tavolo, può anticiparci le priorità?

“La missione si svilupperà nell’arco di tre tappe. La prima sarà a Bruxelles dove avrò una prima presa di contatto con il nuovo Commissario per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier. Saranno molti i temi su cui confrontarci ma di certo chiederò al commissario di tenere alta la guardia sul tema della contraffazione, un problema che per noi ha una ricaduta strategica alla luce dei danni che questo fenomeno genera sul made in Italy”.

Un tema, quello della contraffazione, su cui lei si sta battendo da mesi.

“Oggi il mercato del falso genera un giro d’affari che in Italia si attesta attorno ai 7 miliardi di euro. Il governo ha compiuto un passo importante con le nuove contenute nel decreto Ronchi, ma è evidente che serve una ambiziosa politica europea di lotta alla pirateria, con il rafforzamento degli strumenti di tutela dei marchi e della proprietà intellettuale e un ricorso più puntuale all’Organizzazione mondiale del commercio. Bisogna, ad esempio, lavorare per armonizzare le normative nell’Ue, sanzioni penali incluse, migliorare la cooperazione doganale e aiutare le imprese piccole e medie a difendersi. Non va dimenticato che l’economia dell'Unione europea si è specializzata in produzioni di elevata qualità, ad alto valore aggiunto, spesso protette da marchi, brevetti o indicazioni geografiche, che sono tra i più soggetti alla contraffazione.

Se non si pone un freno a questo fenomeno la desertificazione del nostro settore manifatturiero è dietro l’angolo”.


Fonte: Il Velino

mercoledì 17 febbraio 2010

L’Industria Calzaturiera Italiana a confronto con il Sistema Paese

A.N.C.I. (Associazione nazionale Calzaturifici italiani) organizza un incontro in occasione della presentazione dello Shoe Report 2010.
Il Convegno è in programma il prossimo giovedì 25 febbraio presso la sala Capitolare del Senato (Convento di Santa Maria sopra Minerva – Piazza della Minerva 38).
Interverrà il Ministro Sacconi, che arriverà intorno alle 11:45-12:00 per le conclusioni. L’incontro inizierà alle 11, parteciperanno l’On. Reguzzoni, primo firmatario del ddL sull’etichettatura del Made in Italy, oggi all’esame della Sua Commissione e il Dott. Giuseppe Tripoli, Capodipartimento Industria presso il Ministero dello Sviluppo economico e il Presidente della Commissione Industria, il Sen. Cesare Cursi. Parteciperanno anche alcuni deputati delle Commissioni Attività produttive e Lavoro della Camera dei Deputati.

Dopo un saluto da parte del Presidente di A.N.C.I. Vito Artioli, il prof. Nadio Delai (sociologo dell’Università di Trento e curatore del progetto) presenterà il Rapporto.  I lavori saranno moderati dal giornalista economico Giuseppe De Filippi (Tg5).

Sarà l’occasione per presentare i dati aggiornati al 2009 sul settore, analizzare cosa aspetta il manifatturiero italiano nel 2010, fare proposte per riprendersi dalla crisi che ha attanagliatio i mercati mondiali e, da ultimo, approfondire il sentiment dell’imprenditoria calzaturiera - come emerso dai focus group con gli imprenditori che ha tenuto il Prof. Delai.

R.S.V.P. Open Gate Italia
Contatti: tel. 06.45551193 -info@opengateitalia.com

Ddl "Reguzzoni-Versace": Confindustria, Zegna, fondamentale notifica ad UE

Notifica a Bruxelles del testo di Disegno di Legge in materia di commercializzazione dei prodotti tessili e coordinamento con le norme nazionali attualmente in vigore.

Questi i focus su cui si è incentrata l'audizione di Paolo Zegna, Vicepresidente di Confindustria per l'internazionalizzazione, presso la Commissione Industria del Senato.
"Il Disegno di Legge punta a tutelare le produzioni nazionali nei comparti del tessile, della pelletteria e delle calzature attraverso una maggiore trasparenza, ribadendo l'esigenza di giungere ad un sistema di tracciabilità che assicuri maggiore e più completa informazione al consumatore. Gli obiettivi generali sono condivisi da Confindustria, che è da tempo impegnata per ottenere gli stessi risultati a livello comunitario per questi ed altri settori, quali la gioielleria, i mobili per arredo e le ceramiche"- ha evidenziato Paolo Zegna durante l'audizione.

Soprattutto in una fase congiunturale delicata come quella attuale, le imprese, gli operatori economici e gli enti pubblici prescelti ad esercitare i controlli ed applicare le sanzioni hanno bisogno di lavorare in un contesto in cui è presente chiarezza interpretativa ed applicativa ha sostenuto Zegna.

"Confindustria ritiene, inoltre, che tale notifica avrebbe anche una funzione di stimolo, sollecitando la UE a varare, finalmente ed al più presto, la proposta di Regolamento comunitario, adottata dalla Commissione a fine 2005 e non ancora approvata definitivamente dal Consiglio, che stabilisce l'etichettatura di origine obbligatoria per taluni prodotti di provenienza extra-UE.


Infine,- ha concluso Zegna - considerati i precedenti interventi in materia di "Made in Italy" già compiuti dal Legislatore nazionale pochi mesi fa, va protetta anche l’ organizzazione e l'integrazione delle varie norme nazionali per non produrre sovrapposizioni che danneggerebbero la competitività complessiva del sistema industriale e produttivo italiano.

Fonte: Repubblica

sabato 13 febbraio 2010

Tracciabilità: Made in Italy alla riscossa

Uno dei settori primari dell'economia italiana è composto da quasi 70mila aziende che operano nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature. Il made in Italy in questo settore dà lavoro complessivamente a 1.080mila addetti, di cui 620mila nella produzione, realizzano un valore aggiunto di 27,4 miliardi l’anno, pari all'11% delle imprese manifatturiere, ed esportano prodotti per 41,9 miliardi, pari all'11,5% dell'export totale. Il settore moda ha un saldo commerciale positivo di 15,9 miliardi.

Rispetto a questi dati positivi uno è decisamente negativo ed è quello corrispondente alla contraffazione al nostro “Made in Italy”, che crea ogni anno perdite a carico delle imprese pari a quasi 50 miliardi di euro a fronte di ben 7,5 miliardi di euro all’anno di investimenti nell’innovazione, di cui una parte dedicata alla registrazione dei brevetti e dei marchi.
I dati sono della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha proposto in questi giorni i risultati di una ricerca intitolata “Oltre il Made in Italy” e che ha analizzato un campione di 1200 aziende del comparto. La ricerca si riferisce a un contesto specifico ma le tematiche sono estendibili a molte altre realtà italiane.
Le Confederazioni hanno evidenziato come le imprese del sistema moda abbiano subito negli ultimi anni gli effetti della concorrenza sleale di chi pretende di mettere il marchio made in Italy su prodotti realizzati all’estero.

Tra le azioni ritenute più valide dagli imprenditori per realizzare la difesa del prodotto italiano in prima fila c'è la tracciabilità (75,9% degli intervistati), seguita da maggiori controlli (52,6%) e dall'etichetta obbligatoria (38,3%). Riguardo alla tracciabilità dei prodotti, in particolare, fra gli imprenditori del campione esaminato prevale chi ritiene che dovrebbe essere obbligatoria e non solo volontaria mentre il 96,3% dei bergamaschi sentiti nell'indagine è convinto che il Made in Italy deve essere rigoroso, prevedendo sia l'ideazione, sia il confezionamento del prodotto in Italia. Il 94,8%) del panel, infatti, si è dichiarato anche favore di un “made in” rigoroso, che vada dalla ideazione di un prodotto al suo confezionamento sul territorio della Penisola e solo un piccolo 2% intende considerare un Made in Italy in cui è compreso solo il confezionamento (2,2%) o l' ideazione (2,7%).

Una posizione ripresa anche dai rappresentanti di Confartigianato e Cna intervenuti all’Audizione presso la Commissione Industria del Senato sul disegno di legge in materia di riconoscibilità e tutela dei prodotti italiani che hanno sottolineato come: "I prodotti del settore tessile non realizzati prevalentemente in Italia non possono essere etichettati con il marchio made in Italy. La tracciabilità è essenziale per promuovere e sostenere le vere produzioni made in Italy".

Fonte: Rfid Italia

mercoledì 10 febbraio 2010

Rilancio Made in Italy

Il viceministro Urso scommette sui Balcani. Si apre oggi il Forum tra undici Paesi dell'area. Il governo vuole aumentare l'export del 15 % Parte dai Balcani il rilancio del commercio internazionale e del made in ltaly. Obiettivo: aumentare le esportazioni del 15% e superare il tetto dei 10 miliardi di euro, dopo il crollo (-27,2%) del 2009.

La mission sarà perfezionata in occasione do]l'4taly & South Easteru Europe Investment Forum», da domani a Verona, promosso dal ministero dello Sviluppo economico in collaborazione con Agenzia delle dogane, Finest, Ice, Verona Fiere e Verona Mercato.

Fonte: Ministero Economia

giovedì 4 febbraio 2010

ANCI: un impegno nel settore antinfortunistico

ANCI ha organizzato all'interno della manifestazione fieristica MADE expo, ospitata dagli spazi di Fiera Milano Rho, un dibattito sul tema dell'antinfortunistica, incentrato sulle scarpe utilizzate: il meeting è servito a dare visibilità al tema del livello di sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro, con particolare riferimento ai cantieri edili.

Il Coordinatore del Comitato Calzature Sicurezza di ANCI, Giuseppe Piazzolla ha commissionato a SITA Ricerca un'indagine dal titolo Le calzature di sicurezza in Italia su questo tema specifico.
Ne sono emersi dati estremamente interessanti, per i nostri principali interlocutori: i costruttori edili, rappresentati da Federcostruzioni, e gli utilizzatori finali, rappresentati dai Sindacati.

Il decreto DGLS 81/2008 che regolamenta la materia impone l'impiego dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) ed in particolar modo di calzature antinfortunistiche per i lavori maggiormente rischiosi, ma l'elenco si dimostra solamente indicativo e non esauriente o coercitivo.

"Il primo dato significativo e preoccupante rilevato dallo studio è che un lavoratore su tre non indossa calzature di sicurezza in una situazione che lo espone invece a rischio di infortuni".
"Se a questo aggiungiamo un ritmo di rinnovo con fasi molto lunghe che non tiene sufficientemente conto dell'usura a cui sono sottoposte le calzature, siamo di fronte a un dato molto preoccupante, ovviamente per la salute dei lavoratori ma anche perché si traduce in un costo sociale molto elevato".
Quindi non solo il problema dell’utilizzo ma anche del rinnovo di scarpe antinfortunistica è una questione seria e probabilmente sottovalutata per cui è necessaria una maggiore attenzione sia da parte delle aziende che degli utilizzatori finali.

Stimando il costo medio delle calzature di sicurezza di 30 Euro al paio, si ha una stima degli investimenti sostenuti dai datori di lavoro pari a 174 milioni l'anno, che coincidono a una percentuale del 56% dei costi sociali causati dagli incidenti. A fronte di questi dati è chiaramente nell'interesse collettivo oltre che in quello individuale incentivare l'aumento dell'utilizzo delle scarpe di sicurezza.

Accanto a questi temi non possiamo non sottolineare anche l'importanza della qualità del prodotto, evidentemente determinante in tema di sicurezza.
ANCI ha deciso di darsi da fare in prima persona, impegnandosi a combattere le criticità di questo fenomeno: "Il marchio Safe In Italy, voluto da ANCI e che presentiamo al pubblico per la prima volta in questa occasione - ha concluso Giuseppe Piazzolla - nasce proprio dalla necessità di fare chiarezza sul mercato”. Abbiamo quindi pensato ad un'etichetta che potesse avere le funzioni di un marchio di garanzia e nella quale potessero riconoscersi produttori, distributori, grandi utilizzatori e sindacati.

Fonte: Modaonline

mercoledì 3 febbraio 2010

Al via le audizioni in Commissione Industria a Palazzo Madama

Sono state autorizzate audizioni informali sul ddL sul Made in Italy. La 10° Commissione del Senato, presieduta dal Sen. Cesare Cursi (nella foto), ha fatto sapere che sarà convocato alle audizioni sul ddL 1930 e abbinati: Confindustria, Confartigianato, CNA e Unioncamere.

I senatori che fanno parte del Comitato ristretto che seguirà le audizioni sono (oltre al presidente Cursi e al relatore Sen. Paravia): Tomaselli (Pd), Bugnano (IdV), Cagnin (LNP), Messina (PdL), Bianchi (Udc) e Astore (gruppo Misto).