venerdì 12 marzo 2010

Via libera in sede deliberante per il ddL sul Made in Italy

Lo scorso mercoledì 3 marzo l’Aula del Senato avrebbe dovuto avviare l’esame del disegno di legge Reguzzoni sul Made in Italy (AS 1930).  Invece, è stato deciso di riassegnare il provvedimento alla Commissione Industria in sede deliberante (pertanto con approvazione definitiva in Commissione senza passaggio del ddL in Assemblea).

L’esame è quindi stato inserito nel calendario della 10° Commissione nella settimana 8- 12 marzo.  Durante la seduta delle ore 14:00 di mercoledì 10 marzo la Commissione presieduta dal Sen. Cesare Cursi ha infine dato il proprio via libera definitivo al provvedimento, promosso - lo ricordiamo - dall'On. Marco Reguzzoni con molti altri colleghi deputati di maggioranza e opposizione.

Essendo state apportate alcune modifiche al ddL recante “Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri”, si rende adesso necessario un altro passaggio a Montecitorio.

Le Camere, in vista dello stop dovuto alle elezioni regionali, dovrebbero riunirsi fino al 18 marzo. Poi, tra elezioni e pausa pasquale, si prospettano due settimane di stan by dei lavori. Chissà se quest'ultimo passaggio parlamentare sarà rapido e costruttivo come i primi due per il ddL che punta sul riconoscimento della qualità di tanta parte dell'imprenditoria manifatturiera italiana ....

martedì 2 marzo 2010

Fiera della calzatura Dal Micam parte la ripresa della scarpa italiana

«La crisi ci ha colpito ma non ha fiaccato il nostro spirito imprenditoriale: e i segnali di ripresa ci sono,
finalmente l’export di dicembre ha il segno positivo: +2,1% la variazione tendenziale». Così il presidente Vito Artioli ha introdotto il Micam, il salone dell’industria calzaturiera, da oggi al 5 marzo a Fiera Milano Rho.

Nessuna diminuzione tra gli espositori (1.597 in tutto, con oltre duemila collezioni): da qui le aziende affrontano la crisi che ha messo in ginocchio anche i distretti della calzatura, gloria del made in Italy.
Il 2009, di conseguenza, ha visto la chiusura di 235 calzaturifici e la perdita di oltre tremila posti di lavoro,
tradotti in un calo del 12,5% del valore della produzione.

Da qui, la necessità di una sinergia fra i vari attori, ad iniziare dalla politica: «Non intendiamo chiedere senza dare - ha detto Artioli -, ci siamo impegnati sul fronte della qualità e continuiamo a farlo. Ora il ministro Scajola ha assicurato che, dopo l’auto, gli incentivi saranno indirizzati anche ad altri settori: noi valiamo due volte l’auto, direi che ce li meritiamo».

Il presidente di Fiera Milano, Michele Perini, si è dato da fare per sollecitare le banche: «Non abbiamo bisogno di regolamenti europei ma di credito facile. La Banca d’Italia deve seguire l’esempio francese e indicare alle banche di non applicare i parametri di Basilea 2 quando le imprese porteranno i bilanci, altrimenti il sistema andrà a pezzi».

Fonte: Il Giornale

lunedì 1 marzo 2010

Al Senato collegato lavoro e Ddl sul made in Italy

Il disegno di legge sul lavoro sommerso (e non solo) collegato alla vecchia Finanziaria per il 2009, le misure per rilanciare il Made in Italy, i decreti legge su regioni ed Enti Locali e sulle missioni all’estero: questa l’agenda dall’attività parlamentare che con la scadenza delle elezioni politiche di fine Marzo sarà molto intensa.

Infatti per Montecitorio e Palazzo Madama si annunciano in questo mese solo 12 giorni di lavori effettivi, fino al 18-19 marzo: poi la pausa elettorale e, dal 30 Marzo, la ripresa vera e propria della sessione primaverile.

In questo “cantiere aperto” come esemplifica Roberto Turno in settimana l’aula del Senato si occuperà, se trasmesso dalla Commissione industria, del provvedimento per la “tutela e la commercializzazione dei prodotti italiani”, già approvata dalla Camera.

Fonte: Sole 24 ORE

Dall’intervista di Mario Moretti Polegato


Fra i diversi pareri sul di Disegno di Legge, in materia di commercializzazione dei prodotti tessili, della pelletteria e calzaturifici che auspica una maggiore trasparenza dei processi di produzione, riportiamo quella del noto imprenditore Moretti Polegato: inventore della Geox.

L’imprenditore è uno strenuo difensore dei prodotti italiani anche se non ha paura di ammettere di affidare la totalità della produzione Geox a fornitori terzi. Perlopiù in Paesi low cost, questione di costi, è ovvio, ma anche di volumi e di velocità di consegna. La sua ricetta è di produrre Made in Italy all’estero.

E sulla legge in discussione in Parlamento sull’etichettatura obbligatoria nei comparti tessile e calzaturiero taglia corto: “Non sono favorevole alle deroghe: solo un articolo realizzato al 100 per cento nel nostro Paese dovrebbe potere recare l’indicazione Made in Italy”. Ma non basta: per lui dovrebbero essere gli italiani, con la loro fantasia, i primi a rilanciare l’economia.

Fonte: Panorama

giovedì 25 febbraio 2010

Anci: vantaggi e obiettivi del settore calzaturiero nello Shoe Report 2010

La presentazione odierna dello Shoe Report 2010 mette un punto fermo nelle valutazioni dell'Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani rispetto al proprio settore.
I vantaggi competitivi delle aziende italiane e gli obiettivi concreti per ottimizzarne i risultati sono al centro di questa seconda analisi sullo stato dell'arte del settore, redatta seguendo la strategia di sensibilizzazione che l'Anci continua a portare in campo rispetto ad associati e istituzioni.

"Siamo consapevoli che abbiamo davanti a noi un tratto di strada molto più impegnativo di quello che abbiamo vissuto qualche anno fa, quando abbiamo reagito all'approccio declinista dei primi anni 2000 - commenta il presidente di Anci Vito Artioli -.
E dobbiamo quindi renderci conto che la reattività delle imprese va riconosciuta e sostenuta con determinazione in ogni aspetto.
Per questa ragione abbiamo istituito questo momento, giunto alla seconda edizione, che è al tempo stesso un momento di analisi, per capire cosa succede nel settore e nelle imprese, e un momento di comunicazione alle Istituzioni, per offrire spunti di riflessione e strumenti per uscire dal circolo vizioso del tutto-è-sbagliato e riscoprire le grandi risorse della manifattura italiana e del calzaturiero in particolare".

Fonte: Modaonline

mercoledì 24 febbraio 2010

Ddl made in Italy, trattazione in consultiva presso 14 ª Commissione

Introdurre nel disegno di legge una disposizione che obblighi il Governo a notificare la normativa di cui al provvedimento in esame alla Commissione Europea, ai sensi della direttiva 98/34/CE - che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche - sospendendo al contempo l’efficacia delle relative disposizioni del provvedimento fino alla conclusione della procedura prevista dalla stessa direttiva.

In alternativa, procedere a una immediata notifica del disegno di legge alla Commissione europea, in pendenza dell’esame parlamentare. Lo ha affermato, nel suo intervento, il senatore Sergio Divina (LNP) nella seduta del 24 febbraio della 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) che, in sede consultiva, ha esaminato il disegno di legge A.S. 1930 - Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri, approvato dalla Camera dei deputati.

Nel dibattito a riguardo ancora in sospeso perché tante sono le interdipendenze e altrettanti i punti di vista: il senatore ha suggerito l’opportunità di sopprimere l’obbligatorietà,  di cui al comma 8 dell’articolo 1 del disegno di legge, di apposizione del marchio d’origine ai prodotti commercializzati in Italia, per incompatibilità con la normativa comunitaria sul divieto di imporre restrizioni quantitative o misure equivalenti al commercio intracomunitario  (articolo 34 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Ritenendo, inoltre, necessario ricondurre la definizione di origine, di cui al comma 4 dello stesso articolo 1, a quella prevista dal codice doganale comunitario (paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale - ndr). Il senatore ha evidenziato, peraltro, che,  qualora fosse soppressa l’obbligatorietà del comma 8 ma fosse mantenuto intatto il comma 4,  si avrebbe l’effetto di danneggiare quei prodotti italiani che sarebbero esclusi dalla possibilità di apporre il marchio "made in Italy".

Nel suo intervento, la Presidente della Commissione, Rossana Boldi (LNP), dopo aver evidenziato l’importanza strategica del provvedimento, anche in funzione di impulso nei confronti delle istituzioni europee,
ha rinviato la discussione generale ad altra seduta.

Saglia: la Ue sospenderà i dazi sulle materie prime

“La sospensione dei dazi sulle materie prime in ingresso migliorerà la competitività delle nostre aziende e genererà un chiaro beneficio per i consumatori in termini di riduzione del prezzo finale dei prodotti”. È questo il commento di Stefano Saglia, sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo economico, in merito alla decisione dell’UE di accogliere la proposta del Governo italiano di sospendere le tariffe daziarie sull’importazione delle materie prime.

“Questa concessione dell’UE è fondamentale perchè avrà un effetto immediato di riduzione dei costi alle imprese, – continua il sottosegretario – dimostra l’orientamento di questo governo verso il liberalismo economico e, inoltre, è utile , in questa fase della crisi, a incentivare la competitività delle imprese e rilanciare i consumi”.

La sospensione riguarda quelle tariffe su categorie di materie prime ingresso che interessano in particolare le aziende del bresciano: prodotti chimici inorganici, ferro e acciaio, alluminio, elettrodi di carbone. Le altre categorie interessate sono quelle di pelli e cuoio, seta, carbone di legna e lavori di legno.
 
 
Fonte: Sole 24H

Etichettatura: Ddl made in Italy, al Senato il 3 marzo

Il disegno di legge Reguzzoni-Versace a tutela del made in Italy,approvato all'unanimità lo scorso dicembre alla Camera, approderà il prossimo 3 marzo nell'Aula del Senato.

A renderlo noto è lo stesso Marco Reguzzoni, vicepresidente dei deputati della Lega Nord, esprimendo "soddisfazione" per la calendarizzazione del ddl a Palazzo Madama.

Fonte: Help consumatori

martedì 23 febbraio 2010

Made in Italy: Unioncamere, fondamentale tutelare i prodotti


"Da una indagine svolta dalla Associazione delle Camere di commercio che si occupa del Sistema Moda su cinque città europee (Amsterdam, Barcellona, Francoforte, Parigi e Stoccolma) è emerso come il 40% dei campioni di prodotti  di abbigliamento raccolti non riportasse alcuna dichiarazione d'origine, il 57% non fosse conforme alla composizione merceologica dichiarata, e circa il 10% presentasse persino elementi cancerogeni. Dati, peraltro confermati per il nostro Paese,dove il 58,5% dei capi di abbigliamento immessi sul mercato risulta senza indicazione di origine".  Ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, intervenendo questa mattina al convegno di Symbola e Farefuturo "Il futuro Made in Italy".


Fonte: Finanza Repubblica

lunedì 22 febbraio 2010

Il mal sottile del Made in Italy

Nell’export Ue il crollo peggiore dopo il 1971, oggi nuovi, pessimi dati dell’Istat sul commercio mondiale: in picchiata tutti i settori, resistono solo agro-alimentare e farmaceutica. Che succede nelle nostre imprese?Parlano gli esperti.

La crisi ha rimesso in discussione ogni certezza acquisita fino a questo punto e ha rivelato la fragilità degli investimenti esteri nel nostro paese. Ma adesso ci si interroga anche sulle potenzialità e sui limiti delle “multinazionali tascabili”; tipiche del capitalismo all’italiana e su quali soluzioni adottare.
Terapia intensiva per il Made in Italy: Export in picchiata per la meccanica, il tessile e l’arredamento.

Fonte: Ministero Economia

venerdì 19 febbraio 2010

Tutela del Made in Italy

Un ulteriore tassello è stato “incastrato”nel mosaico della tutela del Made in Italy,
con l’approvazione del Ddl “Reguzzoni- Versace- Calearo” in seno alla Camera.

Il testo del disegno di legge – recante: “Disposizioni concernenti la Commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri” – ha seguito un iter piuttosto veloce. Presentato alla Camera dei Deputati il 20 luglio 2009 su proposta del parlamentare Reguzzoni, è stato approvato l’11 dicembre con una maggioranza molto alta (543 voti a favore, uno solo contrario, e due astenuti). Adesso manca solo l’avallo della seconda Camera perché il suo iter sia completato.

Ma vediamo più da vicino cosa stabilisce la proposta di legge.


Intanto l’obbligo di apporre una etichettatura sui prodotti del settore tessile, della pelletteria e delle calzature, che indichi ove si sono svolte le varie fasi di produzione e ne garantisca la tracciabilità. In altri termini, la dicitura : “Made in Italy” sarà applicata solo a quei prodotti per i quali almeno due fasi di lavorazione siano state realizzate in Italia. In questo caso, però deve essere possibile verificare i “ percorsi” che il prodotto ha seguito nelle restanti fasi.

Ma non è tutto, il ddl prevede per la prima volta che nell’etichetta siano indicate “Informazioni specifiche sul­la conformità dei processi di la­vorazione alle norme vigenti in materia di lavoro, sulla certifi­cazione di igiene e di sicurezza dei prodotti, sull’esclusione dell’impiego di minori nella produzione, sul rispetto della normativa europea e sul rispetto degli accordi internazionali in materia ambientale”.

Quale l’obiettivo sotteso? Quale la ratio?

In un contesto di criticità in cui il nostro Export crolla al -20,7 %, l’obiettivo principe non può che essere il rilancio del “marchio italiano” e una sua nuova collocazione nel mercato globale attraverso:

- La lotta alla contraffazione;

- L’inibizione alla delocalizzazione.

Fonte: CorriereInfomazione.it

Ue, dall' intervista di Ronchi al VELINO: Affermare un nuovo modello di governance.

Ministro, all’inizio della prossima settimana sarà impegnato in un minitour europeo che la vedrà a Bruxelles, Parigi e Berlino. Molti gli argomenti sul tavolo, può anticiparci le priorità?

“La missione si svilupperà nell’arco di tre tappe. La prima sarà a Bruxelles dove avrò una prima presa di contatto con il nuovo Commissario per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier. Saranno molti i temi su cui confrontarci ma di certo chiederò al commissario di tenere alta la guardia sul tema della contraffazione, un problema che per noi ha una ricaduta strategica alla luce dei danni che questo fenomeno genera sul made in Italy”.

Un tema, quello della contraffazione, su cui lei si sta battendo da mesi.

“Oggi il mercato del falso genera un giro d’affari che in Italia si attesta attorno ai 7 miliardi di euro. Il governo ha compiuto un passo importante con le nuove contenute nel decreto Ronchi, ma è evidente che serve una ambiziosa politica europea di lotta alla pirateria, con il rafforzamento degli strumenti di tutela dei marchi e della proprietà intellettuale e un ricorso più puntuale all’Organizzazione mondiale del commercio. Bisogna, ad esempio, lavorare per armonizzare le normative nell’Ue, sanzioni penali incluse, migliorare la cooperazione doganale e aiutare le imprese piccole e medie a difendersi. Non va dimenticato che l’economia dell'Unione europea si è specializzata in produzioni di elevata qualità, ad alto valore aggiunto, spesso protette da marchi, brevetti o indicazioni geografiche, che sono tra i più soggetti alla contraffazione.

Se non si pone un freno a questo fenomeno la desertificazione del nostro settore manifatturiero è dietro l’angolo”.


Fonte: Il Velino

mercoledì 17 febbraio 2010

L’Industria Calzaturiera Italiana a confronto con il Sistema Paese

A.N.C.I. (Associazione nazionale Calzaturifici italiani) organizza un incontro in occasione della presentazione dello Shoe Report 2010.
Il Convegno è in programma il prossimo giovedì 25 febbraio presso la sala Capitolare del Senato (Convento di Santa Maria sopra Minerva – Piazza della Minerva 38).
Interverrà il Ministro Sacconi, che arriverà intorno alle 11:45-12:00 per le conclusioni. L’incontro inizierà alle 11, parteciperanno l’On. Reguzzoni, primo firmatario del ddL sull’etichettatura del Made in Italy, oggi all’esame della Sua Commissione e il Dott. Giuseppe Tripoli, Capodipartimento Industria presso il Ministero dello Sviluppo economico e il Presidente della Commissione Industria, il Sen. Cesare Cursi. Parteciperanno anche alcuni deputati delle Commissioni Attività produttive e Lavoro della Camera dei Deputati.

Dopo un saluto da parte del Presidente di A.N.C.I. Vito Artioli, il prof. Nadio Delai (sociologo dell’Università di Trento e curatore del progetto) presenterà il Rapporto.  I lavori saranno moderati dal giornalista economico Giuseppe De Filippi (Tg5).

Sarà l’occasione per presentare i dati aggiornati al 2009 sul settore, analizzare cosa aspetta il manifatturiero italiano nel 2010, fare proposte per riprendersi dalla crisi che ha attanagliatio i mercati mondiali e, da ultimo, approfondire il sentiment dell’imprenditoria calzaturiera - come emerso dai focus group con gli imprenditori che ha tenuto il Prof. Delai.

R.S.V.P. Open Gate Italia
Contatti: tel. 06.45551193 -info@opengateitalia.com

Ddl "Reguzzoni-Versace": Confindustria, Zegna, fondamentale notifica ad UE

Notifica a Bruxelles del testo di Disegno di Legge in materia di commercializzazione dei prodotti tessili e coordinamento con le norme nazionali attualmente in vigore.

Questi i focus su cui si è incentrata l'audizione di Paolo Zegna, Vicepresidente di Confindustria per l'internazionalizzazione, presso la Commissione Industria del Senato.
"Il Disegno di Legge punta a tutelare le produzioni nazionali nei comparti del tessile, della pelletteria e delle calzature attraverso una maggiore trasparenza, ribadendo l'esigenza di giungere ad un sistema di tracciabilità che assicuri maggiore e più completa informazione al consumatore. Gli obiettivi generali sono condivisi da Confindustria, che è da tempo impegnata per ottenere gli stessi risultati a livello comunitario per questi ed altri settori, quali la gioielleria, i mobili per arredo e le ceramiche"- ha evidenziato Paolo Zegna durante l'audizione.

Soprattutto in una fase congiunturale delicata come quella attuale, le imprese, gli operatori economici e gli enti pubblici prescelti ad esercitare i controlli ed applicare le sanzioni hanno bisogno di lavorare in un contesto in cui è presente chiarezza interpretativa ed applicativa ha sostenuto Zegna.

"Confindustria ritiene, inoltre, che tale notifica avrebbe anche una funzione di stimolo, sollecitando la UE a varare, finalmente ed al più presto, la proposta di Regolamento comunitario, adottata dalla Commissione a fine 2005 e non ancora approvata definitivamente dal Consiglio, che stabilisce l'etichettatura di origine obbligatoria per taluni prodotti di provenienza extra-UE.


Infine,- ha concluso Zegna - considerati i precedenti interventi in materia di "Made in Italy" già compiuti dal Legislatore nazionale pochi mesi fa, va protetta anche l’ organizzazione e l'integrazione delle varie norme nazionali per non produrre sovrapposizioni che danneggerebbero la competitività complessiva del sistema industriale e produttivo italiano.

Fonte: Repubblica

sabato 13 febbraio 2010

Tracciabilità: Made in Italy alla riscossa

Uno dei settori primari dell'economia italiana è composto da quasi 70mila aziende che operano nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature. Il made in Italy in questo settore dà lavoro complessivamente a 1.080mila addetti, di cui 620mila nella produzione, realizzano un valore aggiunto di 27,4 miliardi l’anno, pari all'11% delle imprese manifatturiere, ed esportano prodotti per 41,9 miliardi, pari all'11,5% dell'export totale. Il settore moda ha un saldo commerciale positivo di 15,9 miliardi.

Rispetto a questi dati positivi uno è decisamente negativo ed è quello corrispondente alla contraffazione al nostro “Made in Italy”, che crea ogni anno perdite a carico delle imprese pari a quasi 50 miliardi di euro a fronte di ben 7,5 miliardi di euro all’anno di investimenti nell’innovazione, di cui una parte dedicata alla registrazione dei brevetti e dei marchi.
I dati sono della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha proposto in questi giorni i risultati di una ricerca intitolata “Oltre il Made in Italy” e che ha analizzato un campione di 1200 aziende del comparto. La ricerca si riferisce a un contesto specifico ma le tematiche sono estendibili a molte altre realtà italiane.
Le Confederazioni hanno evidenziato come le imprese del sistema moda abbiano subito negli ultimi anni gli effetti della concorrenza sleale di chi pretende di mettere il marchio made in Italy su prodotti realizzati all’estero.

Tra le azioni ritenute più valide dagli imprenditori per realizzare la difesa del prodotto italiano in prima fila c'è la tracciabilità (75,9% degli intervistati), seguita da maggiori controlli (52,6%) e dall'etichetta obbligatoria (38,3%). Riguardo alla tracciabilità dei prodotti, in particolare, fra gli imprenditori del campione esaminato prevale chi ritiene che dovrebbe essere obbligatoria e non solo volontaria mentre il 96,3% dei bergamaschi sentiti nell'indagine è convinto che il Made in Italy deve essere rigoroso, prevedendo sia l'ideazione, sia il confezionamento del prodotto in Italia. Il 94,8%) del panel, infatti, si è dichiarato anche favore di un “made in” rigoroso, che vada dalla ideazione di un prodotto al suo confezionamento sul territorio della Penisola e solo un piccolo 2% intende considerare un Made in Italy in cui è compreso solo il confezionamento (2,2%) o l' ideazione (2,7%).

Una posizione ripresa anche dai rappresentanti di Confartigianato e Cna intervenuti all’Audizione presso la Commissione Industria del Senato sul disegno di legge in materia di riconoscibilità e tutela dei prodotti italiani che hanno sottolineato come: "I prodotti del settore tessile non realizzati prevalentemente in Italia non possono essere etichettati con il marchio made in Italy. La tracciabilità è essenziale per promuovere e sostenere le vere produzioni made in Italy".

Fonte: Rfid Italia

mercoledì 10 febbraio 2010

Rilancio Made in Italy

Il viceministro Urso scommette sui Balcani. Si apre oggi il Forum tra undici Paesi dell'area. Il governo vuole aumentare l'export del 15 % Parte dai Balcani il rilancio del commercio internazionale e del made in ltaly. Obiettivo: aumentare le esportazioni del 15% e superare il tetto dei 10 miliardi di euro, dopo il crollo (-27,2%) del 2009.

La mission sarà perfezionata in occasione do]l'4taly & South Easteru Europe Investment Forum», da domani a Verona, promosso dal ministero dello Sviluppo economico in collaborazione con Agenzia delle dogane, Finest, Ice, Verona Fiere e Verona Mercato.

Fonte: Ministero Economia

giovedì 4 febbraio 2010

ANCI: un impegno nel settore antinfortunistico

ANCI ha organizzato all'interno della manifestazione fieristica MADE expo, ospitata dagli spazi di Fiera Milano Rho, un dibattito sul tema dell'antinfortunistica, incentrato sulle scarpe utilizzate: il meeting è servito a dare visibilità al tema del livello di sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro, con particolare riferimento ai cantieri edili.

Il Coordinatore del Comitato Calzature Sicurezza di ANCI, Giuseppe Piazzolla ha commissionato a SITA Ricerca un'indagine dal titolo Le calzature di sicurezza in Italia su questo tema specifico.
Ne sono emersi dati estremamente interessanti, per i nostri principali interlocutori: i costruttori edili, rappresentati da Federcostruzioni, e gli utilizzatori finali, rappresentati dai Sindacati.

Il decreto DGLS 81/2008 che regolamenta la materia impone l'impiego dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) ed in particolar modo di calzature antinfortunistiche per i lavori maggiormente rischiosi, ma l'elenco si dimostra solamente indicativo e non esauriente o coercitivo.

"Il primo dato significativo e preoccupante rilevato dallo studio è che un lavoratore su tre non indossa calzature di sicurezza in una situazione che lo espone invece a rischio di infortuni".
"Se a questo aggiungiamo un ritmo di rinnovo con fasi molto lunghe che non tiene sufficientemente conto dell'usura a cui sono sottoposte le calzature, siamo di fronte a un dato molto preoccupante, ovviamente per la salute dei lavoratori ma anche perché si traduce in un costo sociale molto elevato".
Quindi non solo il problema dell’utilizzo ma anche del rinnovo di scarpe antinfortunistica è una questione seria e probabilmente sottovalutata per cui è necessaria una maggiore attenzione sia da parte delle aziende che degli utilizzatori finali.

Stimando il costo medio delle calzature di sicurezza di 30 Euro al paio, si ha una stima degli investimenti sostenuti dai datori di lavoro pari a 174 milioni l'anno, che coincidono a una percentuale del 56% dei costi sociali causati dagli incidenti. A fronte di questi dati è chiaramente nell'interesse collettivo oltre che in quello individuale incentivare l'aumento dell'utilizzo delle scarpe di sicurezza.

Accanto a questi temi non possiamo non sottolineare anche l'importanza della qualità del prodotto, evidentemente determinante in tema di sicurezza.
ANCI ha deciso di darsi da fare in prima persona, impegnandosi a combattere le criticità di questo fenomeno: "Il marchio Safe In Italy, voluto da ANCI e che presentiamo al pubblico per la prima volta in questa occasione - ha concluso Giuseppe Piazzolla - nasce proprio dalla necessità di fare chiarezza sul mercato”. Abbiamo quindi pensato ad un'etichetta che potesse avere le funzioni di un marchio di garanzia e nella quale potessero riconoscersi produttori, distributori, grandi utilizzatori e sindacati.

Fonte: Modaonline

mercoledì 3 febbraio 2010

Al via le audizioni in Commissione Industria a Palazzo Madama

Sono state autorizzate audizioni informali sul ddL sul Made in Italy. La 10° Commissione del Senato, presieduta dal Sen. Cesare Cursi (nella foto), ha fatto sapere che sarà convocato alle audizioni sul ddL 1930 e abbinati: Confindustria, Confartigianato, CNA e Unioncamere.

I senatori che fanno parte del Comitato ristretto che seguirà le audizioni sono (oltre al presidente Cursi e al relatore Sen. Paravia): Tomaselli (Pd), Bugnano (IdV), Cagnin (LNP), Messina (PdL), Bianchi (Udc) e Astore (gruppo Misto).

mercoledì 27 gennaio 2010

Sul «Made ln Italy» va ascoltata la Ue

Che la notizia dell`avvio dell`esame del disegno di legge sull`etichettatura obbligatoria dell`origine dei prodotti e sulla tutela del «made in Italy» presso la Commissione industria del Senato l`abbia dovuta apprendere dai giornali lo trovo a dir poco imbarazzante, ma che l`Italia, dopo l`approvazione della legge in novembre alla Camera non abbia ancora mandato il testo in Europa per un confronto lo reputo addirittura impensabile.” Questa la premessa dell`intervento di Cristiana Muscardini (Vicepresidente della Commissione per il Commercio internazionale del Parlamento europeo)

Come vicepresidente della Commissione per il Commercio internazionale e soprattutto come promotrice, insieme ad altri eurodeputati italiani, del «comitato made in», sono assolutamente consapevole di quanto l`etichettatura di origine obbligatoria sia importante per il nostro paese, ma credo fermamente che l`accresciuto ruolo dei parlamentari nazionali previsto dal Trattato di Lisbona debba essere utilizzato secondo procedure opportune al fine di fare tutti il massimo per raggiungere l`obiettivo.
Con la designazione del nuovo commissario al Commercio internazionale, il belga Karel De Gucht, pensiamo ad una risoluzione positiva, afferma la vicepresidente,ma non dobbiamo dimenticare che non è ancora chiaro se la base di discussione e compromesso tra Parlamento e Consiglio, con il quale dal l ° dicembre c`è la codecisione, sarà il testo integrale presentato dal commissario Mendelson nel 2006 o la proposta della Ashton abbozzata nell`autunno 2009 con l`ipotesi di un regolamento provvisorio ridotto.
Nei prossimi mesi ci attende un confronto serrato tra Parlamento e Consiglio, ci preannuncia la vicepresidente, per far sì che l`Europa abbia la stesso peso di suoi partner e competitori commerciali come Cina, Canada, Stati Uniti che già da molto tempo hanno il vincolo di denominazione di origine dei prodotti che entrano nei loro territori e  si augura che gli attori coinvolti valutino immediatamente l`opportunità di notificare fin da ora alle autorità europee il testo della proposta di legge sul «made in Italy».
 E aggiunge: se cioè risultasse che la normativa italiana non è compatibile, in tutto o in parte, con l`insieme delle disposizioni europee sancite dal diritto comunitario, potremmo aspettarci l`irrigidimento delle istituzioni europee, irrigidimento che porterebbe portare ad un ulteriore rallentamento dell`iter per l`approvazione di un regolamento che per noi è vitale come europei e come italiani.
Abbiamo la necessità di far comprendere che la denominazione di origine dei manufatti non è soltanto un problema italiano, come alcuni governi europei sostengono, si tratta infatti, attraverso un regolamento ampio e chiaro, di tutelare i consumatori e di dare regole chiare alla concorrenza a tutela delle nostre imprese manifatturiere.
Fondamentale quindi attivare sinergie come è già avvenuto con buoni risultati nei frequenti confronti tra il viceministro Urso e i parlamentari italiani della Commissione per il Commercio internazionale.

Fonte: Il  Giornale

martedì 26 gennaio 2010

DdL Made in Italy: primo rallentamento al Senato

Presso la Commissione Industria del Senato, dove da poco era iniziato l’esame del ddL 1930 e degli abbinati, è stato costituito un Comitato ristretto. Detto organo, composto da un senatore per ciascun gruppo parlamentare, è incaricato di proseguire l’esame del disegno di legge sull’etichettatura del Made in Italy (prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri).

Il Comitato ristretto svolgerà inoltre delle audizioni informali, al fine di approfondire la questione e acquisire altri utili elementi informativi.

Non resta che attendere e sperare che non sia vanificata la rapidità con cui a Montecitorio la X Commissione Attività produttive ha concluso in maniera bipartisan l’esame del provvedimento.


lunedì 18 gennaio 2010

Il "Made in" sbarca al Senato


Questa settimana la Commissione industria del Senato inizierà l’esame del disegno di legge sul “made in Italy”, approvato il novembre scorso all’unanimità dalla Camera dei deputati. Non vengano annunciati forti sconvolgimenti visto che il testo è appoggiato da tutti gli schieramenti politici. Inoltre, la legge se approvata potrebbe indurre la Commissione europea a varare un regolamento valido in tutti i paesi.

Per il settore calzaturiero, è intervenuto Rossano Soldini, imprenditore e past president di ANCI, che si dice fiducioso in una forte ripresa della produzione italiana. Oggi, secondo l’intervistato, troppi produttori si avvantaggiano con il lavoro minorile e il dumping valutario cinese, uccidendo le piccole imprese familiari, con questa legge molti di queste disuguaglianze verrebbero meno.

venerdì 8 gennaio 2010

Ddl n.1930 - "Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri"

La prossima settimana, alla riapertura dei lavori del Senato, scopriremo se ci sarà la volontà di portare avanti il provvedimento sul "Made in Italy" recentemente trasmesso dalla Camera. Di seguito viene riportato il testo del disegno di legge.

Art. 1. - (Etichettatura dei prodotti e «Made in Italy»)
1. Al fine di consentire ai consumatori finali di ricevere un’adeguata informazione sul processo di lavorazione dei prodotti, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, e dell’articolo 6, comma 1, del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e successive modificazioni, è istituito un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti e intermedi, intendendosi per tali quelli che possono essere destinati alla vendita, nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero, che evidenzi il luogo di origine di ciascuna fase di lavorazione e assicuri la tracciabilità dei prodotti stessi.
2. Ai fini della presente legge, per «prodotto tessile» si intende ogni tessuto o filato, naturale, sintetico o artificiale, che costituisca parte del prodotto finito o intermedio destinato all’abbigliamento, oppure all’utilizzazione quale accessorio da abbigliamento, oppure all’impiego quale materiale componente di prodotti destinati all’arredo della casa e all’arredamento, intesi nelle loro più vaste accezioni, oppure come prodotto calzaturiero.
3. Nell’etichetta dei prodotti finiti e intermedi di cui al comma 1, l’impresa produttrice deve fornire in modo chiaro e sintetico informazioni specifiche sulla conformità dei processi di lavorazione alle norme vigenti in materia di lavoro, garantendo il rispetto delle convenzioni siglate in seno all’Organizzazione internazionale del lavoro lungo tutta la catena di fornitura, sulla certificazione di igiene e di sicurezza dei prodotti, sull’esclusione dell’impiego di minori nella produzione, sul rispetto della normativa europea e sul rispetto degli accordi internazionali in materia ambientale.
4. L’impiego dell’indicazione «Made in Italy» è permesso esclusivamente per prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione, come definite ai commi 5, 6 e 7, hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale e in particolare se almeno due delle fasi di lavorazione sono state eseguite nel territorio medesimo e se per le rimanenti fasi è verificabile la tracciabilità.
5. Nel settore tessile, per fasi di lavorazione si intendono: la filatura, la tessitura, la nobilitazione e la confezione compiute nel territorio italiano anche utilizzando fibre naturali, artificiali o sintetiche di importazione.
6. Nel settore della pelletteria, per fasi di lavorazione si intendono: la concia, il taglio, la preparazione, l’assemblaggio e la rifinizione compiuti nel territorio italiano anche utilizzando pellame grezzo di importazione.
7. Nel settore calzaturiero, per fasi di lavorazione si intendono: la concia, la lavorazione della tomaia, l’assemblaggio e la rifinizione compiuti nel territorio italiano anche utilizzando pellame grezzo di importazione.
8. Per ciascun prodotto di cui al comma 1, che non abbia i requisiti per l’impiego dell’indicazione «Made in Italy», resta salvo l’obbligo di etichettatura con l’indicazione dello Stato di provenienza, nel rispetto della normativa comunitaria.

Art. 2. - (Norme di attuazione)
1. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le politiche europee, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le caratteristiche del sistema di etichettatura obbligatoria e di impiego dell’indicazione «Made in Italy», di cui all’articolo 1, nonché le modalità per l’esecuzione dei relativi controlli, anche attraverso il sistema delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
2. Il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento recante disposizioni volte a garantire elevati livelli di qualità dei prodotti e dei tessuti in commercio, anche al fine di tutelare la salute umana e l’ambiente, con cui provvede, in particolare:
a) al rafforzamento del sistema di controllo sulla qualità dei prodotti e dei tessuti in commercio, al fine di individuare la presenza negli stessi di sostanze vietate dalla normativa vigente e ritenute dannose per la salute umana;
b) al riconoscimento, attraverso l’introduzione di disposizioni specifiche, delle peculiari esigenze di tutela della qualità e dell’affidabilità dei prodotti per i consumatori, anche al fine della tutela della produzione nazionale, nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero; c) all’individuazione dei soggetti preposti all’esecuzione dei controlli e delle relative modalità di esecuzione.
3. Il regolamento di cui al comma 2 è aggiornato ogni due anni sulla base delle indicazioni fornite dall’Istituto superiore di sanità.
4. All’attuazione dei controlli di cui al presente articolo le amministrazioni interessate provvedono nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 3. - (Misure sanzionatorie)
1. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque vìoli le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 3 e 4, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 50.000 euro. Nei casi di maggiore gravità la sanzione è aumentata fino a due terzi. Nei casi di minore gravità la sanzione è diminuita fino a due terzi. Si applicano il sequestro e la confisca delle merci.
2. L’impresa che vìoli le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 3 e 4, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 30.000 a 70.000 euro. Nei casi di maggiore gravità la sanzione è aumentata fino a due terzi. Nei casi di minore gravità la sanzione è diminuita fino a due terzi. In caso di reiterazione della violazione è disposta la sospensione dell’attività per un periodo da un mese a un anno.
3. Al pubblico ufficiale o all’incaricato di un pubblico servizio che, essendo preposti all’accertamento dell’osservanza della presente legge, omettono di eseguire i prescritti controlli si applicano la pena della reclusione prevista dall’articolo 328, primo comma, del codice penale e la multa fino a 30.000 euro.
4. Se le violazioni di cui al comma 1 sono commesse reiteratamente si applica la pena della reclusione da uno a tre anni. Qualora le violazioni siano commesse attraverso attività organizzate, si applica la pena della reclusione da tre a sette anni.

giovedì 7 gennaio 2010

Obuv Mir Koži, Mostra Internazionale della Calzatura e degli articoli di pelletteria Mosca, Expocentr


Obuv’ Mir Koži, organizzata da ANCI e da Fairsystem, società del gruppo Bolognafiere, è diventata negli anni la più importante rassegna dedicata alla calzatura di prodotto di medio-alto e alto livello in Russia.
Ogni anno ciascuna delle due edizioni della rassegna, quella primaverile di marzo e quella autunnale di ottobre, registra la presenza di oltre 200 imprese italiane del settore calzaturiero (e pelletteria); aziende leader che presentano le nuove collezioni create appositamente per i mercati dei Paesi della C.S.I. (Russia, Bielorussia, Ucraina, Kazakistan e Asia Centrale) su una superficie espositiva di 5.000 metri quadrati netti.
Dopo il Micam Shoevent di Milano, Obuv’ Mir Koži è un appuntamento fondamentale per consolidare le relazioni commerciali e avviare nuovi contatti con una potenziale vastissima fascia di clienti.
Obuv’ Mir Koži, infatti, è visitata dai buyer più importanti provenienti da tutte le regioni e le Repubbliche della Federazione Russa e dagli Stati russofoni che gravitano nell'orbita commerciale del gigante euro-asiatico: Ucraina, Kazakistan, Bielorussia.

La partecipazione italiana alla Obuv’ Mir Koži è sempre accompagnata dalle iniziative promozionali che ANCI realizza in collaborazione con l’Ufficio ICE, l’Istituto del Commercio Estero, di Mosca - inviti di delegazioni di buyer, aree ristorazione, campagne promozionali, serate di gala - e con il proprio ufficio stampa, il quale organizza speciali eventi dedicati ai media durante i quattro giorni della rassegna.
La prossima edizione avrà luogo dal 23 al 26 marzo 2010 all’interno del padiglione 7 - sale 1,2,3,4,5 e 6 – e padiglione 4 del quartiere Expocentr di Mosca.

Per informazioni e prenotazioni, contattare la segreteria operativa presso:
Fairsystem s.p.a.
Via Maserati 16, 40128 Bologna
Tel. +39 051 282848, fax +39 051 282895
fairsystem@fairsystem.it

martedì 5 gennaio 2010

11° Bando di Concorso ANCI-MIUR "I passi giusti della calzatura italiana: una sfida che si rinnova nel mondo ! ”

E' giunto alla 11a edizione il bando di Concorso che vede ANCI e MIUR partner per diffondere i valori della scuola e del lavoro.

Il tema di quest'anno è sintetizzato nel titolo: "I passi giusti della calzatura italiana: una sfida che si rinnova nel mondo !”

Le scuole interessate dovranno far pervenire l'adesione alla Segreteria Organizzativa entro il 14 maggio 2010. ANCI è a disposizione per programmare visite di istruzione e stages aziendali a supporto della conoscenza del settore.

Download Bando e allegati a fondo pagina

link alla pagina relativa sul sito del MIUR:
http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2009/prot11872_09.shtml

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Il nuovo blog dell'ANCI


L' Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani presenta il suo nuovo blog.

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