venerdì 19 febbraio 2010

Tutela del Made in Italy

Un ulteriore tassello è stato “incastrato”nel mosaico della tutela del Made in Italy,
con l’approvazione del Ddl “Reguzzoni- Versace- Calearo” in seno alla Camera.

Il testo del disegno di legge – recante: “Disposizioni concernenti la Commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri” – ha seguito un iter piuttosto veloce. Presentato alla Camera dei Deputati il 20 luglio 2009 su proposta del parlamentare Reguzzoni, è stato approvato l’11 dicembre con una maggioranza molto alta (543 voti a favore, uno solo contrario, e due astenuti). Adesso manca solo l’avallo della seconda Camera perché il suo iter sia completato.

Ma vediamo più da vicino cosa stabilisce la proposta di legge.


Intanto l’obbligo di apporre una etichettatura sui prodotti del settore tessile, della pelletteria e delle calzature, che indichi ove si sono svolte le varie fasi di produzione e ne garantisca la tracciabilità. In altri termini, la dicitura : “Made in Italy” sarà applicata solo a quei prodotti per i quali almeno due fasi di lavorazione siano state realizzate in Italia. In questo caso, però deve essere possibile verificare i “ percorsi” che il prodotto ha seguito nelle restanti fasi.

Ma non è tutto, il ddl prevede per la prima volta che nell’etichetta siano indicate “Informazioni specifiche sul­la conformità dei processi di la­vorazione alle norme vigenti in materia di lavoro, sulla certifi­cazione di igiene e di sicurezza dei prodotti, sull’esclusione dell’impiego di minori nella produzione, sul rispetto della normativa europea e sul rispetto degli accordi internazionali in materia ambientale”.

Quale l’obiettivo sotteso? Quale la ratio?

In un contesto di criticità in cui il nostro Export crolla al -20,7 %, l’obiettivo principe non può che essere il rilancio del “marchio italiano” e una sua nuova collocazione nel mercato globale attraverso:

- La lotta alla contraffazione;

- L’inibizione alla delocalizzazione.

Fonte: CorriereInfomazione.it

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